martedì 11 ottobre 2011

GENESIS IN EDICOLA - Ascoltati per voi. Foxtrot, Selling e The Lamb

Continua alacremente l'uscita dell'opera omnia dei Genesis, allegata a "Il Corriere della Sera" o a "TV Sorrisi e Canzoni". Edizioni rimasterizzate, quindi un vero piacere per le orecchie; a questo si aggiungano i libretti dettagliati, che non perdono nulla della precisione collezionistica del vinile che fu. Foxtrot: come non perdersi nel sacrale intro di mellotron di Watcher of the Skies per poi navigare sottocosta attraverso i sublimi episodi di Time Table, Get'em out by Friday, Can-Utility and the Coastliners, fino al gran finale in forma di suite del capolavoro (Supper's Ready), anticipato dal preludio hackettiano di Horizons?

E l'orizzonte si sposta un po' più in là, con un altro prezioso mattone del sontuoso edificio: Selling England by the Pound. "Can you tell me where my country lies?" si chiede Gabriel nell'incipit di Dancing with a Moonlit Knight; sembra un bardo, l'impostazione è classica tanto che si scrutano già le vette del disco (Firth of Fifth e The Cinema Show), con i loro ritmi irregolari e le ampie aperture sinfoniche. Le colonne (I know what I like (in your wardrobe) e Battle of Epping Forest) fanno da cornice alle miniature (More Fool Me, After the Ordeal e Aisle of Plenty)

Poi, Gabriel decide che non è più aria, ma prima di levare le tende partorisce insieme ai suoi sodali un lavoro dai connotati melodrammatici dalle alte potenzialità multimediali. The Lamb lies down on Broadway è quasi una proiezione, un tentativo di volo pindarico a cui non tutti i fan dei Genesis sono pronti. Molto più che prog, The Lamb respira e aspira all'aria operistica in una sorta di portato teatrale rock.

Per ulteriori informazioni ed eventuali arretrati, cliccare qui.

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