Due lavori molto diversi tra loro, ma che partono da una constatazione di fatto che determinerà il futuro dei Genesis: sono rimasti in 3. Anche Hackett se n'è andato per dedicarsi alla propria filiera solistica. And Then There Were Three canta la fine degli anni Settanta. Lontani i tempi di Horizons o di Supper's Ready, eppure questo lavoro non è ancora così staccato dall'ottica progressive. Anzi, ad ascoltarlo con il senno di poi, viene da dire che tanto neoprog trarrà parecchio materiale da qui. Mi viene in mente la scrittura di brani come Down and Out, Ballad of Big, Burning Rope, Deep in The Motherlode e The Lady Lies (per esempio Scenes from a Night's Dream sembra già una canzone dei Marillion) oppure il profilo di alcune ballate dalla filigrana melodica raffinata (Undertown, Snowbound, Say It's Alright Joe); ma le sirene easy pesano, così i Genesis si concedono al mainstream con Follow you follow me e Many too Many.
Con Duke iniziano gli anni Ottanta e si sente. Beh, a vedere il bicchiere mezzo pieno, possiamo - al limite - gioire nel notare in classifica una hit poliritmica - DNA Genesis - come Turn It On Again. C'è qualche strumentale come l'ouverture Behind the Lines (ripreso come epilogo nel finale Duke's End), ci si può godere le aperture sinfoniche nella "giga" di Duke's Travel e in alcuni settori di Cul-de-sac, ma per il resto l'orecchio è rivolto altrove. Percepiamo in modo deciso come la voce di Collins stia conformandosi ai desiderata delle classifiche, anticipando i fasti solisti di metà decennio (Heathaze. Alone Tonight, Please don't ask me). I Genesis guardano, addirittura, ai Toto (Misunderstanding ti fa canticchiare Hold the Line); Invece, certi stridori di Abacab sono già presenti nella ripetitiva Man of Our Times. In alcuni punti la qualità rimane alta, ma l'impressione è che ormai si tratti di un'altra storia. Vi dò appuntamento alla prossima "scheda" (Abacab e Genesis), ricordandovi che sul sito di Mondadori potete visionare la timeline delle uscite in edicola. P.S.: cammino inverso: ma le Orme di Marinai potrebbero, invece, avere guardato a Duchess per il ritmo e l'incedere del pianoforte?
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