sabato 7 gennaio 2012

Femminili tracce d'antico

Il mix tra musica antica e contemporanea suscita sempre e da sempre reazioni “critiche” contrastanti, alla faccia – però – di un pubblico talvolta ben più aperto a coglierne la forza comunicativa. Un esempio cardine, per quanto riguarda la produzione italiana, è quello di Angelo Branduardi. Poi, se passiamo più strettamente all’ambito progressive, ci perdiamo letteralmente nella Britannia celtica impastata di folk, tradizione elisabettiana e melodia “popular” (penso agli Strawbs, ma potrei continuare).

Silvia Piccollo è una compositrice genovese che vanta studi certificati in violino e canto ed un’importante attività didattica presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova. Nel 2008, con lo pseudonimo di Livia d’Arco, ha inciso le musiche dello spettacolo Tracce d’antico per la label M.A.P.. Il plot racconta le vicende artistiche e umane delle tre dame – realmente vissute – Livia d’Arco, Laura Peperara (fu l’amante di Tasso) e Anna Guarini (figlia del letterato, autore de Il Pastor Fido).

Il lavoro di collage operato dalla Piccollo parte da una falsariga ispirativa di originali del repertorio pre-classico (Monteverdi, Carissimi, Dowland, Tromboncino, Pietro da Lodi, Luzzaschi), rielaborato e riarrangiato. Il fascino maggiore di Tracce d’antico va colto nella variegata tavolozza timbrica: polifonie vocali, ensemble acustico (liuti, viole e flauti) ed elaborazione elettronica con suoni sintetici.

L’impianto “rinascimentale” non viene assolutamente sovvertito, anzi, gli inserti elettronici sono tesi a valorizzare l’ordito. Sul versante più prossimo ad una sensibilità – chiamiamola – “metaclassica”, si avvertono calchi canori alla Enya (Un’altra storia e Finale), qualcosa del Battiato operista (Falsa luce), tracce di una scrittura tastieristica minimal (Dafne) e di elaborazioni ritmiche ambient (Provaci, Dolcezze amarissime, Un cavalier di Spagna).

© Riccardo Storti

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