giovedì 9 febbraio 2012

RATIONAL DIET "On phenomena and existences" (Altrock, 2010)

Quella dei Rational Diet è sicuramente una delle avventure più stimolanti scaturite dall’inesauribile fucina lombarda AltRock di Sesto San Giovanni. Il patron della label, Marcello Marinone, li scoprì qualche anno fa, fiutando ad est. Bielorussia. È da lì che arriva questa graziosa portaerei di suoni bizzarri. L’essenzialità cameristica di fiati e archi in simbiosi con la tonante forza dinamica del trio rock per eccellenza (basso, chitarra e batteria). La scommessa parte nel 2007 con un’opera prima omonima, quindi arriva At Work un anno più tardi. Non c’è il due senza il tre, così nel 2010 ecco un’ulteriore prodotto, addirittura più rifinito e personalizzato, dal titolo parafilosofico (On phenomena and existences) e dall’inquietante copertina (manichini di De Chirico decapitati che calzano anfibi?). Quanti rimandi timbrici: il fagotto chiama Stravinskij, le linee essenziali di violino e violoncello sottendono allo Shostakovich dei quartetti, le gravi pulsazioni di basso e batteria confermano (ma non conformano) il postulato crimsoniano del sequel delle varie Lark’s tongue in aspic (Human life is the wind, Private secrets of machine, The end of the almhouse). A completare il quadro: arditi orditi contrappuntistici (Sleep is teasing a man, Living the main life, Passacaglia in beautiful and furious world), calcolate poliritmie (A man went to sleep, Bet on a marked card, In five steps), speculazioni jazzistiche (Somebody in the spacious tail-coat), climi lunari novecenteschi (Weimar period), marce spettrali (In the late summer) e inattese centralità chitarristiche (Unexpected Feiertag in Chemnitz). Dalle parti di Brest il rigore “classico” ha incontrato l’intesità del rock e se ne è innamorato. Senza scorpacciate, ma secondo una dieta razionale…

© Riccardo Storti

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