Anche il bis non è affatto male. Peter Gabriel II ("The Scratch". Perché? Ma guardate che graffi in copertina...) è prodotto da Fripp e si sente. Gabriel osa di più, ricerca e sfrutta intuizioni sonore per frullarle in vari ambiti espressivi, ma alla ricerca di una sintesi unitaria. Se vogliamo è un album che lavora su codici pop, ma in maniera sperimentale ed essenziale. Come ha scritto il saggista Alfredo Marziano nella sua biografia di Gabriel per Auditorium "è un otto millimetri in bianco e nero". Prendiamo l'opener On the air, sembra proprio ripartire da Modern Love, ma con più stile e maggiore convinzione comunicativa. Ricordi? Sì, ma non fantasmi: sane scorie genesisiane nel ritornello in 5/4 di D.I.Y., nella tensione melodica di Mother of violence e Indigo; ma, per il resto, è un Gabriel che ci prova con il reggae (A Wonderful Day in a One-Way World), con le orchestre sintetiche (White Shadow), con il rock FM (Animal magic e Perspective) e con una forma canzone dai confini più labili e raffinati (Flotsam and Jetsam e Home sweet home). A due mani Exposure, firmata insieme a Fripp (e presente anche nell'omonimo album del chitarrista dei Crimson).
I due CD sono usciti rispettivamente il 23 e il 30 marzo allegati a "Il Corriere della Sera" e a "TV Sorrisi e Canzoni". (Riccardo Storti)
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