Ispirato dai video a rotazione lanciati dal canale televisivo di Radio Capital, ho deciso di dare vita a questa piccola rubrica, dedicata ad alcune miniature cernite dal calderone della (spesso ingiustamente osteggiata) musica pop di consumo. Hit o meno che siano, alcune canzoni hanno innescato in me una curiosità di riferimenti a quanto c'era prima e a quanto ci sarebbe stato dopo. Così ho preso carta e penna per un paio di riflessioni da bloggare.
Prendiamo un successo - datato 1986 - della band britannica Cutting Crew. Questi baldi giovinotti avevano le chiome spandauballeggianti, guardavano fisso in camera e nuotavano abilmente sulle onde di una canzoncina orecchiabile. Alcuni dati, però, risultano interessanti (suvvia, mettiamo mano al bisturi).
Il forte è il ritornello? Bene, allora si faccia in modo che la song parta da lì. E così sia (i primi furono i Beatles con She Loves You). Il coro, le voci raddoppiate e il sound ricordano invece gli Asia di Wetton e C. mentre la chitarra con tutti quei riverberi e per le frasi (brevi, semplici e ad effetto) rimandano a quella di Manzanera dei Roxy Music (un talento che si sviluppò nelle timbriche di numerosi chitarristi anni '80-'90, tra i più noti The Edge degli U2). Il solo a 3'13" è essenziale, al limite "complicato" da una scaletta finale, ma prende, colpisce come una breve pennellata data al posto giusto e nel momento giusto.
(I Just) Died In Your Arms è molto FM, è molto americana, è molto AOR. I Cutting Crew, più che vicini di casa dei Duran Duran, sembrano compagni di stanza dei Foreigner (confrontate la ballad con That was Yesterday) e dei Survivor . Buon ascolto.
Nessun commento:
Posta un commento