domenica 1 luglio 2012

PETER GABRIEL COLLECTION: Up

Up non è diretto, non arriva subito, ha spigoli netti dietro i quali, però, - se si ha pazienza – si possono scorgere gemme di unico nitore. Da So ad Ovo, Gabriel aveva saputo dosare equamente comunicatività e qualità, abituandoci bene. Up è annunciato a più riprese, ma, alla fine, uscirà dopo parecchi anni di gestazione, sulla via di un percorso di controllata sperimentazione. Un album che parla di vita e di morte, con particolarissimi approfondimenti proprio sul secondo tema, quasi a volere vivisezionare – o forse esorcizzare - l'ossessivo tabù una volta per tutte. Una buia "mania" che, però, Gabriel riesce a denudare sotto la luce calda di tessiture sonore sempre vivaci e rifinite. Us, musicalmente, è pervaso da passaggi di nuvole (o)scure, attraversate – di tanto in tanto - da raggi di abbagliante melodia.
Mille facce per un solo aspetto: barbarico elettronico (Darkness, More than this), ballabile (Growing Up, The Barry Williams Show), lirico intimista (I Grieve, The Drop), melodico etnico (Sky Blue, No Way Out), lennoniano (My Head Sounds Like That). Composizione di punta, Signal to Noise: orchestra sinfonica, percussioni lontane, mellotron anni Settanta, cameo del singer pakistano Nusrat Fateh Ali Khan (deceduto qualche anno prima), tenue melodia tra Oriente e Occidente e intenso finale con archi in fiamme. Up è uscito con TV Sorrisi e Canzoni e Il Corriere della Sera lo scorso 11 maggio (Riccardo Storti)  

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