domenica 30 aprile 2017

Quel ragazzino al contrabbasso. Ricordo di Rino Zurzolo

foto tratta da www.vocedinapoli.it
Scopro oggi, dal profilo Facebook di Tullio De Piscopo, che se n'è andato uno dei contrabbassisti (e bassisti) più versatili della scena nazionale, Rino Zurzolo. Non sapevo che fosse malato. Un fulmine a ciel sereno.
Ce lo ricordiamo tutti nella formazione stellare del Pino Daniele primi anni Ottanta. Una band unica e irripetibile capace di condensare - in un colpo solo - personalità rilevanti del cosiddetto Napule's Power. Oltre a Zurzolo, James Senese al sax, Tullio De Piscopo alla batteria, Tony Esposito alle percussioni e Joe Amoruso al piano elettrico. In una manciata di suoni e ritmi c'era Napoli e c'era il jazz. C'era la colonna sonora di una canzone dal sapore lontano e c'era il blues funkeggiante d'Oltreoceano.
La mia passione per il progressive, però, mi aveva fatto cogliere anche i primi passi di Zurzolo con i Città Frontale, ensemble finito un po' nel dimenticatoio, eppure dalla propulsione entusiastica fondamentale per quello che sarebbe iniziato di lì a poco.
Era il 1974 e da uno spin-off degli Osanna, Lino Vairetti e Massimo Guarino decisero di recuperare una vecchia sigla aprendo la loro idea a forze giovani, così arrivarono Paolo Raffone, Gianni Guarracino, Enzo Avitabile e un ragazzino di 16 anni che con il basso faceva faville, Rino Zurzolo. Ma o' guaglione aveva già maturato esperienze anni prima, tredicenne con quella Batracomiomachia di cui il chitarrista era proprio Pino Daniele.
Enfant prodige per natura, in quanto nato e cresciuto in una famiglia di musicisti, Zurzolo, dopo il sodalizio con il cantautore napoletano, coltivò la sua passione professionale con il contrabbasso; un mestiere che andò ben oltre il raggiungimento del diploma di Conservatorio ma che si concretizzò su un doppio binario attivo tanto nella trasmissione didattica, quanto nella ricerca sperimentale in ambito jazz e folk.
Chiudo con due suggerimenti, più che d'ascolto, di memoria. El Tor dei Città Frontale, proprio per saggiare i brillanti esordi sulle quattro corde, e il suo ultimo lavoro dal vivo Live in concert, attraverso cui possiamo saggiare i risultati di un percorso ecclettico di superlativa qualità estetica.
© Riccardo Storti





Nessun commento:

Posta un commento