Gli Echo Atom sono un power trio
romano formatosi circa due anni fa e che ha saputo fare di necessità virtù.
Chitarra, basso e batteria con vocazione strumentale: ennesima scommessa che
solletica la curiosità dei nostri “ascoltalettori” ma, a differenza degli
ArtisHand, di cui scrissi alla fine di ottobre, gli Echo Atom denotano un
profilo stilistico molto più radicato al post-rock che non al progressive,
benché non manchino connessioni con quest’ultimo genere.
Redemption è un pregevole contenitore di idee in forma di EP;
l’impressione, però, è quella di trovarsi al cospetto di un cantiere musicale a
cielo aperto per la musica che verrà. D’altra parte, la chitarra ha il compito
di tenere in piedi da sola tutto l’assetto melodico e armonico, dialogando su
eventuali variabili metriche con basso e batteria e non è facile. Il plot,
volto ad alternare linea orizzontale (melodia) e verticale (giri armonici su
ampie falcate di arpeggi), regge fino ad un certo punto per poi generare,
comunque, una certa ripetitività del generale impianto tematico.
Punto a favore, invece, per
quanto riguarda la pulizia dei suoni e la nitidezza delle timbriche: la
chitarra di Walter Santu raccoglie il meglio del sound dei vari Manzanera, The
Edge, Franco Falsini, Manuel Göttsching e Andy Summers, con richiami (tutt’altro
che secondari) a certa new wave anni Ottanta. Il meglio dell’affiattamento con
la sezione ritmica di Giuseppe Voltarella (basso) e Alessandro Fazio (batteria)
si scorge in Path, sul tempo di 7/8,
e nella title track (in 3/4): lì la band si spinge oltre, arrivando a lambire
quasi i territori di una fusion ambientale.
Ad ascoltare con attenzione tutto
il disco si avverte lo sforzo di consegnare un lavoro unitario, rifinito,
dotato di una coerenza interna (penso a cellule melodica che tendono a ripetersi,
variate, in diversi brani quasi a creare dei leitmotiv), ma, alla fine, sembra che manchi qualcosa. Mettiamola
così: gli Echo Atom sono su un ottimo terreno e sono bastati pochi scavi già
per riportare alla luce reperti interessanti; la curiosità, ora, è quella di
vedere se ci sia il tesoro. (Riccardo Storti)
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