giovedì 25 agosto 2011

Salim Ghazi Saeedi con Arashk - Sovereign (2007). Un concept da Il Libro dei Re

Un po’ più di spessore narrativo, almeno sulla carta. Sovereign dovrebbe essere molto più di un concept album. Salim considera questo album come una rappresentazione strumentale dello Shahnameh, ovvero Il Libro dei Re, poema mitologico persiano scritto da Ferdowsi (letterato vissuto tra il 935 e il 1020). A differenza del precedente album, Sovereign, se non altro, va un po’ oltre al mix di metal occidentale e scrittura orientale. La maniera spesso ci mette lo zampino, per cui qualche scoria di prevedibilità armonico-ritmica resta: la chitarra di Salim si affida tanto alla magia del riff, quanto al fascino delle scale mediorientali (ideale sintesi nel turbinio di Harem). Certo, per lui sarebbe naturale fare ballare una danzatrice del ventre al suono di una Stratocaster distorta. E va bene. Indubbiamente la tecnica cresce, compresa quella compositiva (efficace l’inizio in sordina di Kingly Godmanship). Ce ne accorgiamo in quelle tracce che vedono l’ingresso – pur ancora timido – delle tastiere, come strumento solista, sempre suonate da Salim. C’è un pianoforte quasi jazz in Feral Thunderbolt; il synth rasenta atmosfere space in Serpent Shoulder, Throne Accension e in Harem. Registrazione tra mura domestiche e si sente, almeno per quanto riguarda i suoni ancora troppo freddi della batteria. © Riccardo Storti

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