Gran documento, questo qui. 1971. I primi passi di un gruppo che, capeggiato dalle menti post-davisiane di Zawinul e Shorter, arriva a concepire un'idea di jazz molto più espansa, addirittura oltre il be-bop. Un "free" libero anche dagli stilemi "free". C'è il caos organizzato (e mai casuale), pure quando il percussionista usa un paio di zoccoli per variare i colori del ritmo. Jazz-rock fino ad un certo punto, perché l'unico ad avere la spina è il piano elettrico Fender Rhodes di Joe Zawinul. E che dire del quartetto fiatistico, orchestra nell'orchestra, genetrice di frasi in continuo interplay, sbrogliate dal tocco magico di Shorter... Vitous che combina con quel contrabbasso? Anzi: che combina a quel contrabbasso. Era il 1971 e in quello studio televisivo tedesco i Weather Report non solo registravano. Creavano. E la musica li attraversava. Buona visone acustica. (R.S.)
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