Fotografia di ©Patrizia Farina |
La galleria Satura, uno dei punti di riferimento
dell'arte contemporanea genovese, si apre alla musica. L'iniziativa, cominciata
un mese fa (con il live dei PiCoGiRo), ha offerto gli spazi del palazzo
cinquecentesco all'ensemble jazz rock Mistake Five.
La ricetta del quintetto è chiara, diretta e - se vogliamo - anche
brillantemente spiazzante: presentare alcuni standard jazz secondo una visione
sonora pluristratificata, nonché viziata da ricercatezze sperimentali. La
storia del gruppo ha radici lontane: il sassofonista Davide Corso e il bassista Giuseppe
Chisalé hanno avuto modo di condividere esperienze musicali fin dai banchi
di scuola (inoltre il primo è stato per diversi anni chitarrista dei Great Complotto); il batterista Claudio Pittaluga e il chitarrista Daniele Romagnoli hanno agitato le
acque sonore dell'Alta Valpolcevera in diverse compagini del sottobosco rock
anni Ottanta e Novanta (Ines Tremis,
Megaptera, Thomas and the Overdrive e Dirty
Name); il trombettista Diego Artuso
suona jazz da una vita (cito la militanza nel Janua Jazz Project e Swing
Band, ma anche nella Filarmonica di
S. Fruttuoso).
Si parte a razzo con una Summertime
vivacizzata da cambi dinamici e scarti ritmici, ma resa ancora più accattivante
da un interludio centrale davisiano costruito su figure ostinate. Bellissima
l'inaspettata chiusura dai toni cremisi.
Basta questo per capire che la base jazzistica si sporca presto di scorie rock
che veleggiano verso territori di mutue condivisioni (dal sound contemporaneo
al progressive).
E Miles Davis sale presto in
cattedra con l'inarrestabile Four e
l'indolente Footprints (scritta da Wayne Shorter), quest'ultima nobilitata
da un solo zappiano di Romagnoli.
Naima di Coltrane
diventa un puzzle cubista dal DNA geneticamente modificato nota dopo nota
(che ci fanno lì Jobim, i King Crimson e il reggae?): si striscia
di bossa nova, si spostano gli accenti e i metri saltano in mezzo a distorsioni
di ogni tipo.
Così un altro classico, Round
Midnight, ci viene restituito sotto una luce diversa, ma pur sempre con il
rispetto per l'originale. Caravan di Duke Elligton arriva di seconda mano,
ai Mistake Five; Corso e i suoi si affidano alla versione curata da Justin Hurwitz per il film Whiplash di Damien Chazell (il regista di Lalala
Land). Ci si aspetterebbe una prova di forza, ma non è stato così: non esce
il singolo, ma il gruppo nella sua integrità. Quando si dice carattere.
Convincente la destrutturazione di Take
Five di Brubeck (che, per
l'occasione, diventa Mistake Five) e un'interpretazione
tra swing e blues di A Night in Tunisia
di Gillespie. Gran finale dedicato
al santino del complesso, Miles Davis: si chiude con All Blues e con un suggestivo medley/tributo (Miles Themes) da In a Silent
Way a Decoy.
Si sottolineava la forza collettiva del gruppo, sintesi sommatoria di
individualità ben precise. Davide Corso, ormai, non è solo un validissimo
sassofonista, ma un musicista completo che assolve benissimo al ruolo di
arrangiatore delle tracce; la tromba di Diego Artuso, sa decodificare la chiave
interpretativa di qualsiasi momento solistico che passi attraverso il suo
strumento; all'opposto, Daniele Romagnoli si muove con la sua chitarra su
percorsi stilistici differenziati (dal metal al vocabolario zappiano) che,
però, alla fine conferiscono coloriture originali a qualsiasi brano.
L'interplay pulsante della sezione ritmica è il cuore dei Mistake Five. Una
garanzie alle spalle di chi ci mette fiati e corde. Giuseppe Chisalé ordisce
trame da abile jazzista rock: scavalca la tonica, ma non se la butta alle
spalle; la usa, la rivolta come un calzino e poi la riutilizza,
indipendentemente dalla direzione melodica e armonica della composizione.
Claudio Pittaluga è il tempo che sa sganciarsi dalle imposizioni del metronomo
per piegarlo alle esigenze atmosferiche del flusso musicale; eppure resta una
sicurezza, non bacchetta più del dovuto, porta nel jazz l'umiltà del rocker,
per cui un 4/4 richiede pari attenzione di un 13/8 (se no, sei spacciato tu e
la band).
Il prossimo appuntamento musicale a Satura è previsto per il 28 aprile. Non
mancate.
© Riccardo Storti
Il video della loro Summertime (qui dal nome storpiato... buontemponi!!!)
Nessun commento:
Posta un commento