Artwork di Shane Harrison |
Caos metropolitano. Automezzi che corrono per la via, gente che
chiacchiera. Mi infilo nella creuza e mi arrivano gli schiamazzi dei ragazzini,
presi dai giochi del doposcuola estivo parrocchiale. Siamo nell'entropia dei
suoni.
Poi, di punto in bianco, un trillo emerge con serena chiarezza cristallina:
sta tentando la fuga da una finestra aperta. È un trillo di pianoforte che si
tira dietro una sonata di Mozart o dalle dita di un accorto interprete domestico
o da un CD o da una trasmissione radiofonica. Non so e non è importante saperlo.
Importante invece è la riflessione che si accompagna ogni volta che mi imbatto
casualmente nell'inconfondibile calco delle musiche di Amadeus.
Sono sue e di nessun altro. In più hanno un effetto quasi sinestetico: è
suono, ma tingono l'aria di azzurro, di freschezza e di profumi nati da un'immanente
primavera dello spirito. L'umore muta, dimentichi l'astio quotidiano che si
annida in ogni angolo di conversazione: il bello illude, ma serve. Sempre.
(Riccardo Storti)
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