Renaissance. Una di quelle sigle che,
solo a pensarla, pone noi appassionati subito sull'attenti, in nome di un glorioso
passato rock, ben radicato nella tradizione del progressive britannico. Nel 2009 si erano riformati sotto la guida di
due membri fondatori, la cantante Annie Haslam e il chitarrista e songwriter Michael
Dunford che, purtroppo, a novembre del 2012 perì a seguito di un'emorragia
cerebrale. Il buon Dunford, però, lasciò una preziosa eredità grazie alla quale
continuare una via creativa intrapresa più volte: ci riferiamo ai materiali che
andarono a formare l'album Grandine il
vento del 2013, poi ripubblicato con il titolo di Symphony of Light.
Dalla primavera del 2017, la band, guidata dalla carismatica Haslam più una
line-up nuova di zecca, ha intrapreso un sostanzioso tour lungo la costa
orientale degli States, accompagnata da un'orchestra ridotta di 10 elementi,
simbiotica al gruppo visto che è stata denominata The Renaissance Chamber
Orchestra.
Lo scorso 14 settembre 2018 la Cherryred
ha pubblicato (su doppio CD e 1 DVD) una brillante testimonianza di questo
tour, immortalata nella performance del 27 settembre del 2017 al Keswick
Theatre di Philadelphia. Un bel live dalla netta impostazione antologica,
concentrata sui brani di punta di album storici come Renaissance, Prologue, Ashes are Burning, Turn of the Card e Scheherazade
and others Stories. Ciò, però, non ha distolto l'attenzione della scelta da
brani meno noti come Kalynda (da Azure d'or del 1979) e A Song for All Seasons (dall'album
omonimo del 1978), nonché dall'ultima fatica in studio del 2012, rappresentata
dalle tracce Symphony of Light e Grandine il vento.
La resa sonora è ottima; intanto colpisce la naturalezza con cui gli
arrangiamenti orchestrali si siano adattati alla forma delle composizioni
originali; inoltre la preparazione della band risulta di elevatissima qualità,
soprattutto nell'imponente lavoro tastieristico di Rave Tesar e Geoffrey
Langley (ma non perdiamoci certe perle del bassista Leo Traversa, superlativo
in un inaspettato solo in Ashes are
Burning).
Sempre valido e senza età il timbro canoro della Haslam, vero e proprio
marca di fabbrica dei Renaissance: una voce che sembra non essere stata
scalfita dal tempo, squillante e inossidabile, eppure sempre piacevole, quasi
dolce, capace addirittura di portare a galla un profilo sopranile felicemente
melodrammatico (ben evidente in Grandine
il vento).
Per una preview d'ascolto, vi invito ad andare sulla
pagina Bandcamp dell'ensemble.
(Riccardo Storti)
Nessun commento:
Posta un commento