lunedì 8 ottobre 2018

RENAISSANCE - "A Symphonic Journey" (Cherry Red, 2018)


Renaissance. Una di quelle sigle che, solo a pensarla, pone noi appassionati subito sull'attenti, in nome di un glorioso passato rock, ben radicato nella tradizione del progressive britannico.  Nel 2009 si erano riformati sotto la guida di due membri fondatori, la cantante Annie Haslam e il chitarrista e songwriter Michael Dunford che, purtroppo, a novembre del 2012 perì a seguito di un'emorragia cerebrale. Il buon Dunford, però, lasciò una preziosa eredità grazie alla quale continuare una via creativa intrapresa più volte: ci riferiamo ai materiali che andarono a formare l'album Grandine il vento del 2013, poi ripubblicato con il titolo di Symphony of Light.
Dalla primavera del 2017, la band, guidata dalla carismatica Haslam più una line-up nuova di zecca, ha intrapreso un sostanzioso tour lungo la costa orientale degli States, accompagnata da un'orchestra ridotta di 10 elementi, simbiotica al gruppo visto che è stata denominata The Renaissance Chamber Orchestra.
Lo scorso 14 settembre 2018 la Cherryred ha pubblicato (su doppio CD e 1 DVD) una brillante testimonianza di questo tour, immortalata nella performance del 27 settembre del 2017 al Keswick Theatre di Philadelphia. Un bel live dalla netta impostazione antologica, concentrata sui brani di punta di album storici come Renaissance, Prologue, Ashes are Burning, Turn of the Card e Scheherazade and others Stories. Ciò, però, non ha distolto l'attenzione della scelta da brani meno noti come Kalynda (da Azure d'or del 1979) e A Song for All Seasons (dall'album omonimo del 1978), nonché dall'ultima fatica in studio del 2012, rappresentata dalle tracce Symphony of Light e Grandine il vento.
La resa sonora è ottima; intanto colpisce la naturalezza con cui gli arrangiamenti orchestrali si siano adattati alla forma delle composizioni originali; inoltre la preparazione della band risulta di elevatissima qualità, soprattutto nell'imponente lavoro tastieristico di Rave Tesar e Geoffrey Langley (ma non perdiamoci certe perle del bassista Leo Traversa, superlativo in un inaspettato solo in Ashes are Burning).
Sempre valido e senza età il timbro canoro della Haslam, vero e proprio marca di fabbrica dei Renaissance: una voce che sembra non essere stata scalfita dal tempo, squillante e inossidabile, eppure sempre piacevole, quasi dolce, capace addirittura di portare a galla un profilo sopranile felicemente melodrammatico (ben evidente in Grandine il vento).
Per una preview d'ascolto, vi invito ad andare sulla pagina Bandcamp dell'ensemble.
(Riccardo Storti)




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