Trentino e dintorni. 2001. La noia della valle sotto le montagne. "Si
sceglie la musica, si imbraccia uno strumento... Si comincia a provare a
sbagliare a inventare. Si riesce, si fanno esperienze. Non si riesce, si fanno
esperienze." Che è un po' l'iter di tutti quelli che ci hanno provato. Ed
è così che nascono i Supercanifradiciadespiaredosi, per gli amici semplicemente
i "Supercani". Geni compresi è il quarto album che segna i 15 anni di
attività, con un rodaggio di oltre 200 concerti. Band particolarissima, visto
che la line-up è costituita da 2 bassisti cantanti (Brodolfo Sgangan e Findut
Poteidone, quest'ultimo ai pirulini e campionature varie denominate
"poteidofono") e un batterista Randy Molesto.
I testi nonsense potrebbero collocare la band come uno dei tanti nipotini
della gloriosa stagione demenziale nata con gli Skiantos, però, appena si passa
ad analizzarne la musica, ci si rende conto subito che il sostrato testuale -
proprio per la ricerca di una certa consequenzialità ritmica delle parole - è
il motore di tutto, tanto che le intersezioni con il rap, l'hip-hop (BicBasfol) e, addirittura, il folk
extraeuropeo (quello caraibico di Big
dopo e quello eurasiatico di Protopanza),
non sono per nulla peregrine.
La formula bassi e batteria fa subito pensare ai Primus, ma non fermiamoci
alle apparenze e godiamoci ulteriori aperture verso i più ispirati Mr. Bungle (Dèi lapponi), Caparezza (L'isola di Otok e Nevenevenisse), il punk (Ceunintoppo),
i Talking Heads (Notevoli panze),
Subsonica (Ship down (l'illusionave))
fino ai King Crimson anni Novanta (Poltron
con Luca Vianini degli Outopsya e QCC);
e, comunque, la varietà non manca nemmeno affrontando forme di canzoni
piuttosto sperimentali come in Uoddiu,
dove tra mosse latineggianti, strizzatine cabarettistiche e pianismo
novecentesco fanno la loro comparsa Ana Maria Torres e Fabrizio Matteuzzi degli
Universal Totem Orchestra.
Geni compresi è un'opera estremamente
trasversale capace di parlare anche ad un pubblico più giovane, visto che le
confluenze "linguistiche" e "comunicative" non mancano.
Ecco, a chi mi chiedesse come dovrebbe essere il progressive oggi, beh,
risponderei con questo CD: non si cercava una sintesi tra generi lontani e
contemporanei? (Riccardo Storti)
Nessun commento:
Posta un commento