domenica 2 giugno 2019

GOAD - "Tribute to Edgar Allan Poe. Live at «Parterre» Florence July 1995" (Black Widow Records, 2018)


Nella stessa confezione di Landor, ultimo album dei Goad (recensito due settimane fa), è presente un bonus CD contenente una vecchia registrazione tenutasi al Parterre di Firenze nel luglio del 1995 e che ha per oggetto il live act del Tribute to Edgar Allan Poe, i cui materiali erano stati pubblicati nel 1994 dall'austriaca Violet Records.  
Per sound siamo nel bel mezzo del neoprog anni Novanta, soprattutto nelle tracce più lunghe: la lunga suite iniziale, che inanella I’ll Celebrate You/ Fairyland/ Dream within a Dream, mostra sonorità e moduli vicinissimi ai Marillion (ma anche alla new wave e al pop del decennio precedente), benché la voce di Rossi, soprattutto nella blueseggiante Dream within a Dream (notevole perfomance), ricordi soprattutto quella di Roger Chapman dei Family. Quest’ultimo rilievo canoro vale anche per To One in Paradise, terzinato dalle pregevoli doti comunicative, visto che si tratta di brano assai orecchiabile.
Nell’altra suite (Alone/ The Haunted Palace/ The City in the Sea) si spazia dai temi strumentali di ampio respiro alla Genesis o alla Yes (il motivo di Alone) fino a quelli marziali tra improvvisazione space e kraut rock (The Haunted Palace e The City in the Sea).
In Dreamland si nota una predisposizione epica, contraddistinta musicalmente dal passo modulante, tipica dei Pink Floyd watersiani di The Final Cut, ma il cuore strumentale rimanda ad una sensibilità sinfonica, figlia di un progressive classicheggiante, anche un filino barocco.   
Ma non è tutto prog. I Goad guardano altrove e sanno stupire: il fingerpicking elettrico della chitarra di Marcello Masi, il violino di di Roberto Masi e la voce della cantante Diana Crepaz ci trasportano, invece, in settori folk rock, quasi vagamente country (tra Irlanda e States), grazie alla vivacità saltellante di The Sleeper.
La conclusiva I’ll Celebrate You si presenta come una suggestiva ballata alla Marillion, ma ulteriormente ingentilita dal controcanto di Diana Crepaz e chiusa ad effetto con la reprise del tema di Alone.
Una bella riscoperta che aggiunge un ennesimo importante tassello alla storia discografico dell’ensemble fiorentino guidato dall’instancabile Maurilio Rossi.
(Riccardo Storti)

Nessun commento:

Posta un commento